Il mio viaggio parte da qui, un posto a molti di voi sconosciuto ma non per me, da Sitizano, un piccolo paesino ai piedi dell’Aspromonte, paese di origine di mio padre e dove ho vissuto i primi mesi della mia infanzia. Era una calda mattina d’estate e come accadeva tutti i giorni la mia giovane mamma scendeva i gradini di pietra della casa dove abitavamo e si sedeva su un ceppo alla fine della gradinata tenendomi in braccio. Un anziano giornalista che non si sa per quale motivo si trovasse nel paese, mi nota: ero un bimbo paffutello con il ciuccio penzolante e le orecchie a sventola tra le braccia della mia bellissima mamma. Lui si avvicina lentamente e sorridendo per non farmi impaurire, comincia a prendere confidenza giocando. Nel mentre un ragazzo con la sua Fiat 128 scende verso Villa Tacconi e passa proprio di lì. Il giornalista lo nota e lo ferma subito e chiede alla mia giovane madre di poggiarmi sul tetto dell’automobile. L’anziano fa tutto di fretta, il tempo di posizionare la sua attrezzatura e scatta la foto, roba d’altri tempi, quando vedere una macchina fotografica non era cosa di tutti i giorni: eppure era l’estate del 1977, solo quarant’anni fa, ma dallo scatto si nota quanto si era felici con poco, lo si vede anche dalla giovane mamma, un vestito semplice con delle margheritine bianche stampate, niente trucco o gioielli, capelli e sopracciglia naturali, una semplice e bellissima donna, felice di vedere il proprio figlio mentre gli viene scatta la sua prima foto da Asproseby..

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