Le Cascate Galasia

Sentiero del tracciolino di Palmi
13 Luglio 2017

 

 

 Le Cascate Galasia sul torrente Barvi

Difficoltà: E (escursionistico)

Oggi andremo alla scoperta del torrente Barvi e delle sue cascate, il punto di partenza per questa escursione è a circa 7 km sopra il paese di Molochio, seguendo la strada che porta a Monte Trepitò.

Si parcheggiano le macchine sul bordo della strada di fronte al cartello che indica il sentiero, In questo punto c’è un belvedere sul torrente e si intravede la grande Galasia e le sue gole, già da qui il selvaggio Aspromonte riesce ancora a sorprendermi, ma non mi accontento di guardare le gole dall’alto, voglio proprio scendere per vedere cosa di magico nascondono, il sentiero che scende è sulla sinistra ed è ben visibile, oltretutto è anche ben segnalato,  seguo la segnaletica e dopo una mezzoretta arrivo in uno spiazzo che fa da bivio, a sinistra porta alla cascata Mundu, mentre attraversando il ponticello si prosegue per la piccola e grande Galasia.

 Qui è dove esistevano le vecchie carbonare, dove i grossi cumuli di legno venivano utilizzati per produrre il carbone, mi sciacquo la faccia nella gelida acqua del torrente, mangio un po’ di frutta e parto alla scoperta della prima cascata, quindi non attraverso il ponte ma scendo sulla sinistra, arrivati al cartello che indica da dove proseguire appendo lo zaino in un ramo e scendo il gradone, la discesa è impegnativa, seguo la staccionata appena rifatta e dopo una quindicina di minuti mi ritrovo d’avanti alla cascata Mundu, per la gente di Molochio a Mundata.
 si rimane incantati a guardarla, la più nascosta e difficile da raggiungere, ed essendo incastonata tra le rocce dove non prende mai il sole, anche la più difficile da fotografare, a primo impatto effettivamente sembra nuda o mundata, ma guardandola con estrema attenzione oltre allo scroscio perpetuo dell’acqua vedo i due compari, Franco e Alberto, che dopo aver girato per tutte le vette della Calabria hanno deciso di fermarsi in questo angolo dell’Aspromonte, sono tre anni che sento parlare di quel vecchio ramo e quel tronco, e finalmente li vedo di persona, loro sono sempre lì, nella stessa posizione e nonostante le burrasche e le intemperie, loro sono sempre uno di fronte all’altro,

il vecchio ramo poggiato di schiena alla roccia contornata dalla verde e umida felce bulbifera, mentre viene rinfrescato dall’acqua nebulizzata che gli bagna il viso,  mentre il cline  tronco, in piedi, sorretto dalla pietra che mi fa da piedistallo, è lui il padrone di casa che accoglie tutti gli appassionati che scendono per ammirare a Mundata, ed è come se ti sussurrasse  di sederti su quella pietra, lo faccio chiudendo gli occhi, e aprendo la mente e mi accorgo che a Mundata non è solo una cascata nuda, ma un complesso di vita che puoi recepire solo se ti rechi sul posto e che non trovi nelle nostre   città.

E ora di rialzarci, dare un’ultima occhiata e salutare i nostri compari prima di risalire il sentiero e raggiungere la nostra prossima meta, inizio a salire rifacendo il percorso a ritroso, riprendo lo zaino e ritorno al ponticello, questa volta lo oltrepasso, il percorso è tutto segnalato e anche molto bene, si comincia con una piccola salita e poi la strada ricomincia a scendere ripidamente, arrivo in un altro bivio dove sorseggio un po’ d’acqua da una piccola sorgente, scelgo di andare a sinistra e il rumore dell’acqua comincia a farsi sentire, finita la discesa, poco dopo raggiungo la piccola Galasia, la più piccola e sbarazzina delle cascate che incontri sul torrente Barvi, qui prende quasi sempre il sole e nonostante la temperatura non sia proprio calda è impossibile non scendere dalle rocce e immergersi nella pozza

bagnare gli scarponi e arrampicarti sul gradone per poi trovarti sotto un idromassaggio naturale, godendoti le gocce d’acqua che ti crollano sulla testa come piccoli proiettili sparati dall’alto, anche se comincio a sentire il freddo, immerso in questo contesto paradisiaco cerco di resistere il più possibile, ma la giornata è lunga e ho bisogno di asciugarmi, il sole è molto alto e caldo, mi sdraio al sole sui grossi sassi che formano la pozza, al mio fianco c’è anche briciola, una piccola lucertolina che incuriosita della mia presenza sbircia nello zaino alla ricerca di qualcosa da mangiare, anche a me fa fame, prendo un tozzo di pane, e insieme pranziamo, riusciamo a goderci poco e niente il sole, perché arrivano dei grossi nuvoloni, e comincia a piovigginare, briciola scappa e io mi riparo sotto due enormi massi, mi rivesto e ritorno alla cascata per salutarla

Basta mezzora e qui tutto cambia, il cielo è cosparso di nuvole, cambiano i colori e gli odori ma lo spettacolo resta sempre lo stesso, quest’enorme massa d’acqua che non si ferma mai, lascio il sasso e risalgo il sentiero tenendomi sempre sulla sinistra, fino a raggiungere un punto panoramico che si affaccia sulla piana di Gioia Tauro e sugli altri monti del selvaggio Aspromonte, continuo il cammino e supportandomi dagli alberi scendo in picchiata libera e dopo 10 minuti mi ritrovo davanti alla regina del torrente Barvi, colei che dall’alto le domina tutte, La grande Galasia, la cascata a forma di Ombrello, e qui che capisco perché amo i torrenti, scorrono e lasciano scorrere, hanno un solo obbiettivo, quello di arrivare al mare e chiunque cerca di ostacolarlo prima o poi verrà spazzato via.

anche qui di anno in anno cambia sempre qualcosa, l’ombrello è sempre lì, a volte varia la portata dell’acqua ma rimane sempre lì al suo posto, mentre l’alberello alla sua destra si allontana sempre di più, due anni fa era in gran forma, in piedi e verdeggiante al fianco della sua regina, lo scorso anno coricato, ferito ma sempre al suo fianco, ora lo trovo molto provato pronto per spiccare un nuovo viaggio sempre sullo stesso torrente, sull’orlo della grande vasca, sicuramente alla ricerca di un posto più tranquillo e meno esposto, e chissà, sicuramente tra qualche anno lo ritroveremo più giù, al fianco dell’amico Alberto sull’altro lato dà Mundata, e chissà se oltre a Franco ci sarà anche briciola ad aspettarmi per un piccolo tozzo di pane

Finisce quest’avventura sul torrente Barvi, anche qui mi tocca ripercorrere il sentiero dell’andata e tornare alla piccola sorgente, riempio la borraccia e proseguo fino al ponticello in legno, lo supero e risalgo il sentiero fino ad arrivare al punto di partenza di stamattina, sull’affaccio delle gole del torrente Barvi.

Non abbiate paura di venire in Aspromonte, l’unica cosa che vi potrebbe capitare e di lasciarci il cuore

E come direbbe il nostro Barbuto amico Asproseby, E’ anche per oggi è andata così

Anche questa è Italia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

WhatsApp Contatto Whatsapp